Redirect in corso... Paura o ‘apparente’ Ancora di Salvezza? a cura di Zaira
testa al muro paura

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Paura o ‘apparente’ Ancora di Salvezza? a cura di Zaira

 

Di cosa,realmente,abbiamo timore di fronte al nostro ‘ho paura’,’non ci riesco’o’non ce la posso fare’…?

Paura..si,ma..esattamente di cosa?

Tante volte,mi sono posta questa domanda e,puntualmente,ero incapace di darmi una risposta concreta,valida,o semplicemente,darmi una risposta.

Questo perché era talmente tanto interiorizzato dentro di me il concetto di ‘paura’,’sbagliato’,’errore’ che qualsiasi cosa,soprattutto qualsiasi cambiamento o ‘imprevisto’ mi terrorizzava,facendo scattare in me l’automatico e immediato ‘Ho Paura’ e il conseguente rifugio e chiusura in me stessa.

A lungo andare,diventa quasi uno stile di vita,ma è IMPORTANTE anche soffermarsi su specifici momenti in cui ciò accade in maniera più prepotente.

Ricordo il mio pronunciare questa frase nei momenti di condivisione sociale(dopo anni di totale isolamento e ‘amicizia’ solo con i miei sintomi mortali);

quando avevo il terrore di uscire di casa,vedere gente,o meglio,farmi vedere;

o la paura nello scambiare due parole con una persona,anche estranea,che non mi conosceva,perché avrebbe rappresentato un mio espormi,un giudizio,un ‘mettermi in gioco’.

Avevo ‘paura’ soprattutto,nell’incrociare il mio sguardo con un qualsiasi sguardo di sesso opposto al mio,che poteva suscitare in me una qualsiasi sensazione nuova,diversa,ma soprattutto PIACEVOLE.

E infine la stessa paura che manifestai per anni prima di iniziare il mio percorso terapeutico.

Anche in quel caso:cosa realmente ci spaventa?

E’ quel pezzo di pane in più che ci fa realmente paura o è la non conoscenza ‘immediata’ di ciò cui si va incontro?E’ la paura di ingrassare,di non avere più la ‘liberta’ di pesarsi,di non avere delle proprie conferme guardandosi continuamente allo specchio o controllando ossessivamente ogni singola caloria,o è l'AFFIDARSI TOTALMENTE a qualcuno,non avendo più il ‘CONTROLLO’(apparente) su di se,sulla propria immagine,e sugli altri,che ci limita?

E’ la ‘paura di non essere all’altezza’ o ‘fallire’ o è un vero e proprio timore,nell’esporsi,comprendere le profonde radici del nostro disagio e,a poco a poco,con tanta fatica, RIPRENDERE IN MANO la nostra vita con tutto quello che ciò comporta?

 

Credo,che questo esempio,in particolar modo,renda meglio l’idea della mia domanda:

Paura o Ancora di salvezza? Paura o Protezione?

Per anni mi sono rifugiata nel mio dolore,per non affrontare tutte le responsabilità che la quotidianità,inevitabilmente,comporta,ma ora,più che mai,mi rendo conto di quanto il mio ‘HO PAURA’non era altro che un alibi prepotente al quale ricorrevo per non crescere,

per restare ferma nelle mie difficoltà,nella mia malattia,nel miei sintomi,che erano sì disarmanti,distruttivi,ma ‘conosciuti,certi,protettivi’ (ovviamente era tutto inconsapevolmente).

 

Ho capito che non c'è un prima o un dopo,un 'vorrei' o un 'potevo'.C'è un POSSO,UN VOGLIO,'ADESSO' perchè ogni momento è quello giusto per riprendere in mano la propria vita affidandola a chi ci può aiutare davvero,con gli strumenti giusti!

 

Zaira


MONDOSOLE E':
- un Centro per l'anoressia e bulimia a Rimini, che svolge un servizio di cura, riabilitazione e reinserimento sociale delle persone con disturbi alimentari.
- una Associazione per la prevenzione, lo studio e la formazione sui disturbi alimentari (anoressia-bulimia), fondata da ChiaraSole Ciavatta e dal Dott. Matteo Mugnani.               CONTINUA

I disturbi alimentari sono patologie incredibilmente dolorose. Il sintomo evidente riguarda sempre il cibo e il corpo, ma è necessario ricordare che si tratta di un male molto profondo, per questo è importante andare oltre alla superficie sintomatica. I sintomi alimentari comunicano emozioni, dolore e sono la manifestazione di un disagio storico spesso incomprensibile per chi lo vive. I sintomi alimentari diventano, paradossalmente, una sorta di rifugio inconsapevole dalla realtà che ha fatto e fa male. Il corpo e il cibo come oggetti che ci si illude di poter controllare. Spesso si ritiene che l’unico problema di chi soffre di queste patologie sia proprio quello del corpo, ma ciò che trae in inganno è proprio il termine DIMAGRIRE. Sul corpo ogni persona materializza il dolore interiore e in questo modo cerca di “dimagrire” proprio di quel dolore che in quel momento non ha un nome.  CONTINUA



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