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Come riconoscere, attraverso vari segnali, una persona che soffre o comincia a soffrire di disturbi alimentari (DCA)

 

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Segnali e sintomi di avvertimento

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come riconoscere, attraverso vari segnali, una persona che soffre o comincia a soffrire di disturbi alimentari DCAÈ importante conoscere i segnali di un disturbo alimentare. Questi possono indicare che un disturbo alimentare sta sviluppandosi o che è già in essere. Di seguito sono elencati alcuni segni comportamentali, fisici e psicologici o cambiamenti che spesso accompagnano un disturbo alimentare. Se tu o qualcuno che conosci sta vivendo molti dei seguenti sintomi, è importante cercare aiuto immediatamente per determinare se hai un problema. E’ fondamentale intervenire il prima possibile.

È anche importante rendersi conto che questi segnali di avvertimento potrebbero non essere così facili da riconoscere. La persona con un disturbo alimentare (che si tratti di anoressia, bulimia, binge eating ecc.) vive spesso un forte senso di vergogna o di colpa del proprio comportamento e cercherà di nasconderlo. Inoltre, molte persone con disturbi alimentari non si rendono conto di avere un problema, o comunque hanno grande difficoltà a rinunciare al loro comportamento autodistruttivo che è anche protettivo, perché si tratta del loro meccanismo per affrontare un problema, per sedarlo e anestetizzarlo.

Si prega di notare che qualsiasi combinazione di questi sintomi può essere presente in qualunque disturbo alimentare. È anche possibile che una persona dimostri diversi di questi segnali e che non abbia ancora un disturbo alimentare. È sempre meglio cercare un parere professionale.

Segni di avvertimento comportamentali:
-Dieta dimagrante costante o ripetuta (ad esempio, conteggio delle calorie, saltando i pasti, il digiuno, l'evitamento di determinati gruppi alimentari o tipi come i carboidrati, preferendo spesso la verdura). Oppure, per nascondere il fatto di mangiare poco o nulla, dire che ha già mangiato con amici, a scuola, dalla nonna ecc.
-Per quanto concerne il binge eating (ad esempio scomparsa di grandi quantità di alimenti dalla cucina o frigorifero, accumulo di cibo nascosto per poi potersi abbuffare in solitudine)
-Per quanto concerne l’emesi, cioè il vomito o abuso di lassativi (possono essere presenti ed evidenti frequenti visite al bagno durante o subito dopo i pasti)
-Esercizio fisico eccessivo o compulsivo (ad esempio allenandosi persino quando si è feriti o in terribili condizioni meteorologiche, il rifiuto di interrompere l'esercizio per qualsiasi ragione, l'insistenza nell'esecuzione di un certo numero di ripetizioni di esercizi, che presentano un disagio se non sono in grado di esercitare). Inoltre quando la persona non può fare lo sport di cuo sente la necessità, lo vive in modo disperato con grandi sensi di colpa.
-Fare elenchi di alimenti "buoni" e "cattivi"… i così detti cibi tabù.
-Cambiamenti nelle preferenze alimentari (ad esempio, rifiutare di mangiare certi cibi, affermando di non amare i cibi precedentemente goduti, l'interesse improvviso per "mangiare sano")
-Sviluppo di rituali ossessivi attorno alla preparazione e al consumo di cibo (ad esempio insistendo che i pasti devono sempre essere in un certo tempo, solo utilizzando un certo coltello, bere solo fuori da una certa tazza)
-Evitamento di tutte le situazioni sociali che coinvolgono il cibo
-Frequente evitamento di mangiare pasti attraverso scuse (ad esempio affermando di aver già mangiato o di avere un'intolleranza / allergia a cibi particolari)
-I comportamenti si concentrano intorno alla preparazione e alla pianificazione del cibo (ad esempio, shopping per il cibo, pianificazione, preparazione e cottura di pasti per altri, ma non consumare i pasti stessi, prendere il controllo dei pasti familiari, leggere libri di cucina, ricette, guide nutrizionali)
-Forte focalizzazione sulla forma e sul peso del corpo (ad esempio interesse per i siti di perdita di peso, suggerimenti per la dieta nei libri e le riviste, immagini di persone molto magre)
-Sviluppo di comportamenti di controllo sul corpo ripetitivo o ossessivo (ad es. Pizzicare la vita o i polsi, pesarsi con frequenza, una ricerca ossessiva per gli specchi o qualunque superficie riflettente come vetrine o altro)
-Ritiro sociale o isolamento verso gli amici, incluso l’evitamento di attività precedentemente godute
-Cambio evidente nello stile dell'abbigliamento
-Comportamento ingannevole quando si affronta l’argomento cibo, come ad esempio l’aver gettato segretamente del cibo, mangiare in segreto, di nascosto (spesso si notano contenitori di cibo trovati nel bidone) oppure mentire circa quantità o tipo di cibo consumato
-Mangiare molto lentamente (ad esempio mangiare con cucchiaini da tè, tagliare il cibo in piccoli pezzi e mangiare uno alla volta e mettere in ordine il cibo nel piatto secondo un proprio schema)
-Continua negazione della fame

Segnali di avvertimento fisico:
-Perdita di peso improvvisa o rapida
-Frequenti cambiamenti di peso
-Particolare sensibilità al freddo (sentendo freddo la maggior parte del tempo, anche in ambienti caldi)
-Perdita o sbalzi delle mestruazioni (nelle figure femminili)
-Segni del vomito: guance gonfie / mascella, calli sulle nocche o danneggiamento dei denti
-Svenimenti, vertigini
-Grande stanchezza, incapacità di svolgere attività normali come ad esempio concentrarsi sullo studio, oppure, al suo contrario, incredibile iperattività.


Segnali di avvertimento psicologici:
-Grande preoccupazione per la forma del corpo, il peso e l'aspetto
-Intensa paura di prendere peso
-Preoccupazione costante per il cibo o per attività relative al cibo
-Insoddisfazione del corpo estremo / immagine negativa del proprio aspetto
-Immagine del propprio corpo distorta (ad esempio, lamentarsi di essere grassi quando invece nella realtà si ha un normopeso)
-Maggiore sensibilità alle osservazioni o critiche sulla forma fisica o sul peso, sulle abitudini alimentari o sull'esercizio fisico
-Ansia nei periodi del pasto

-Incredibili sbalzi di umore
-Depressione o ansia
-Facile irritabilità
-Bassa autostima (ad esempio, sentirsi inutili, sentimenti di vergogna, colpa o autodifesa)
-Pensiero "bianco e nero" rigido (vedere tutto come "buono" o "cattivo"… )

-Pensiero del tutto e subito
-Sentire di non essere in grado di controllare i comportamenti attorno al cibo o al contrario opposto pensare di avere tutto sotto controllo.

 

Quasi due anni sono fuggita dalla vita... ho mollato tutto e sono scappata in un altra città con l'illusione di ricominciare da zero... Appunto un ILLUSIONE!!!!! E stata un esperienza drammatica... Tornata a casa ho deciso di riprendere il percorso di cura lasciato anni fa.... Ad oggi questa e stata la scelta più saggia e più vera che abbia mai fatto. Ho capito che non si scappa dal proprio dolore... non si scappa dalle proprie paure semplicemente cambiando città!!! Il dolore va affrontato, capito e rielaborato. Dopo quasi due anni posso dire di avere ripreso in mano la mia vita ... quella vita a cui mi sono aggrappata con le unghie e con i denti.... La mia vita e di nessun altro; che grazie al mio percorso di cura a #mondosole sto facendo sempre più mia. PAMY #sipuoguarire ↪ Profilo Instagram e Twitter: @chiarasolems ↪MondoSole sito ufficiale: http://www.chiarasole.it ↪pagina FaceBook: https://www.facebook.com/AssociazioneMondoSoleAnoressiaBulimiaBinge ↩ TAG. #credercisempre #arrendersimai #avantitutta #anoressia #binge #bingeeating #bulimia #rinascita #speranza #disturbialimentari #nonseiunnumero #chiarasole #maimollare #WeDoActTogether #WorldEatingDisordersDay #WeDoAct #mettersiingioco #lottadca #sipuoguarire #famedivita #DCA #amore #anamia #RicomincioDaMe #prevenzione #NONSIAMONUMERI #doloreinvisibile #coloriamocidililla

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Riflessione ideale anoressico

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Si è portati a pensare che l’anoressia sia solo restrizione assoluta alimentare.
Così come si pensa che una persona ammalata di anoressia sia solo una persona di pochi chilogrammi.
A me sembra decisamente riduttivo!
E’ vero che molte persone arrivano a pesare pochi chili, ma quelle stesse persone quando hanno cominciato a variare la loro alimentazione pesavano diversamente e non erano forse comunque anoressiche?
Il vocabolario descrive l’anoressia mentale come sindrome nevrotica caratterizzata dal rifiuto sistematico del cibo e questa è l’idea comune delle persone, ma assolutamente riduttiva e incompleta del dramma che si vive.
L’anoressia è una forma mentis.
Quando io ero anoressica ho vissuto brevi periodi di digiuno. Ricordo le mie giornate profondamente ossessive. Ogni cosa aveva orari. Il mio ideale di perfezione era assolutamente surreale. A scuola dovevo avere tutti 11: un 9 era un fallimento.
I cibi erano accuratamente selezionati. Gli affetti dovevano essere controllati. Ogni cosa doveva essere sotto il mio controllo e se non lo era vivevo frustrazioni dolorose. Non sentivo la stanchezza grazie all’iperattività e ai nervi anoressici che mi tenevano su in una forma di euforia onnipotente.
Se qualcuno mi diceva che qualcosa non andava io non gli davo retta, io sapevo cosa dovevo fare.
Io ero anoressica in tutto, in tutte le sfere della vita.
Avevo grandi problemi relazionali con le compagne di scuola.

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