Redirect… Chiedo la cortesia di attendere un attimo per essere reindirizzato alla pagina richiesta sul nuovo sito ufficiale chiarasole.com. Grazie!!!... Sopravvivere al Natale riflessione | MondoSole

"sopravvivere al Natale"

 riflessione

Via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 38 47921
Rimini, Emilia Romagna, Italy
+39 0541 718283
Per informazioni
e appuntamenti
dal Lunedì al Venerdì
dalle 10.00 alle 13.00

Riflessione

condividi su:

dca sopravvivere al NataleNatale non è solamente il 25 Dicembre, ma tutto il periodo che va in particolare dall’8/12 al 6 Gennaio.
Questo momento è molto difficile per chi soffre di disturbi alimentari. Ricordo i miei Natali con sofferenza. Sono stati sempre faticosi, dolorosi e ricchi di incomprensioni.
Natale, oltre al significato religioso, porta con se tanti altri significati.

Al di là dell’aspetto alimentare, è come se a Natale si respirasse nell’aria una sorta di dovere: quello cioè di dover essere felici e in armonia a tutti i costi. Certo che quando questo equilibrio non lo si possiede non è tanto facile far pace con se stessi.

Girare per le strade e vedere persone abbracciarsi, luci colorate, pacchettini, regali, dolciumi, persone che sgranocchiano cibi prelibati spensieratamente, famiglie che si amano… ebbene tutto questo e molto di più mi rattristiva moltissimo.
Mi faceva odiare tanto il Natale, neanche io capivo bene il perché… ovviamente buttavo tutto sul cibo come sempre. Era sempre colpa dell’aspetto sintomatico: del mangiare, del dover stare tante ora a tavola. Sicuramente, avere tanta della mia droga a disposizione non aiutava, ma il punto vero non era quello.

Il fatto era che dovevo festeggiare la vita quando non è avevo alcuna voglia, quando di voglia di vivere ne avevo davvero poca. Dovevo stare con la mia famiglia, tutta la mia famiglia, ipocritamente, sapendo che gli equilibri interni erano assolutamente precari. Quel dover essere felice mi pesava tantissimo. Tutto non doveva essere rovinato da nulla, tutto apparentemente “perfetto”.

E, puntualmente, non reggevo e mi rifugiavo nel mio amato e odiato cibo.
Oggi scrivo questo post, perché già da anni, mi adopero come posso, affinchè le persone che soffrono di questo male incredibile si diano la possibilità di scoprire il natale senza le vesti del dovere.

So che molte delle sensazioni che ho scritto qua sopra e tante altre che non ho scritto sono a comuni a chi soffre di disturbi alimentari, ma quello che dico è… perché il Natale deve essere per forza brutto perché lo è sempre stato? Per un anno, e non solo, può essere all’insegna di se stessi.

Della propria riscoperta o scoperta. Quella nascita può coincidere con la propria, con una scelta tanto importante quanto lo è la lotta per vivere. Quanto lo sono far cadere le maschere e scegliere di essere anzichè dover essere. Questo Natale ognuno può regalarsi la possibilità di chiedere aiuto, o chi già sta seguendo un percorso di rilanciare la propria motivazione con tutta se stessa.

Io vi dico che è possibile vivere il Natale senza pensare che sia un dovere viverlo perché tutti se lo aspettano da noi… e che tutto va al di là del significato stesso che istituzionalmente ha: ognuno può dare il significato proprio a questo periodo.
Può pensare di scegliere di assecondare i propri desideri… di darsi un’altra chance con tutto l'aiuto necessario.
Questo è il mio augurio per questo Natale e cioè di seguire te stessa/o!
Io ci sono!
ChiaraSole

 


 

 

 

Riflessione ideale anoressico

ana dca ti divora da dentro

Si è portati a pensare che l’anoressia sia solo restrizione assoluta alimentare.
Così come si pensa che una persona ammalata di anoressia sia solo una persona di pochi chilogrammi.
A me sembra decisamente riduttivo!
E’ vero che molte persone arrivano a pesare pochi chili, ma quelle stesse persone quando hanno cominciato a variare la loro alimentazione pesavano diversamente e non erano forse comunque anoressiche?
Il vocabolario descrive l’anoressia mentale come sindrome nevrotica caratterizzata dal rifiuto sistematico del cibo e questa è l’idea comune delle persone, ma assolutamente riduttiva e incompleta del dramma che si vive.
L’anoressia è una forma mentis.
Quando io ero anoressica ho vissuto brevi periodi di digiuno. Ricordo le mie giornate profondamente ossessive. Ogni cosa aveva orari. Il mio ideale di perfezione era assolutamente surreale. A scuola dovevo avere tutti 11: un 9 era un fallimento.
I cibi erano accuratamente selezionati. Gli affetti dovevano essere controllati. Ogni cosa doveva essere sotto il mio controllo e se non lo era vivevo frustrazioni dolorose. Non sentivo la stanchezza grazie all’iperattività e ai nervi anoressici che mi tenevano su in una forma di euforia onnipotente.
Se qualcuno mi diceva che qualcosa non andava io non gli davo retta, io sapevo cosa dovevo fare.
Io ero anoressica in tutto, in tutte le sfere della vita.
Avevo grandi problemi relazionali con le compagne di scuola.

CONTINUA >> 

Il dolore non ha peso 

clicca sull'immagine per ingrandirla

anoressia bulimia binge, stesso dolore, stessa gravità
Anoressia, Binge, Bulimia... I disturbi Alimentari, sono patologie troppo spesso etichettate da stereotipi banali. Questi profondi disagi non hanno etichette prestabilite. Sono imprevedibili. Il peso non è un parametro attendibile per riconoscere chi soffre di questo infinito dolore.
Queste malattie non possono essere etichettate: NON HANNO PESO, NON HANNO SESSO (possono colpire sia donne che uomini), NON HANNO ETA' (dai 4 ai 61 anni -dati istat-), NE IDENTITA' DI GENERE.

CONTINUA >>