Redirect… Chiedo la cortesia di attendere un attimo per essere reindirizzato alla pagina richiesta sul nuovo sito ufficiale chiarasole.com. Grazie!!!... Le emozioni del Natale per chi soffre di dca a cura di Valentina| MondoSole

Le emozioni del Natale per chi soffre di dca Buon Natale e Felice Anno nuovo

a cura di Valentina

Via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 38 47921
Rimini, Emilia Romagna, Italy
+39 0541 718283
Per informazioni
e appuntamenti
dal Lunedì al Venerdì
dalle 10.00 alle 13.00

Leemozioni del Natale per chi soffre

condividi su:

Le emozioni del Natale per chi soffre di dca a cura di Valentina

Per chi soffre il Natale rappresenta un momento ancora più difficile della vita quotidiana. Il mondo è addobbato a festa, luci e colori illuminano strade e case, le famiglie si riuniscono, i volti sorridono, le tavole si riempiono e la patina di gioiosa felicità che riveste questi giorni assume un peso insopportabile per chi si sente morire dentro! Davanti agli abbracci degli altri, i regali e i festosi gesti d’affetto e scambio, ci sentiamo ancora più inadeguate e sbagliate perché noi non riusciamo a condividere questo clima e sentiamo sminuito il nostro dolore, che invece si amplifica e rimbomba nella testa. Ci sembra di non meritarlo, ma nel posticino più relegato in fondo al cuore risiede quell’ardente desiderio di partecipare all’atmosfera natalizia, e di dare e soprattutto ricevere quel calore che tanto ci manca.

Proveniamo tutte da famiglie diverse ma il cui denominatore comune è la sofferenza che impedisce di vivere! Passiamo il Natale assistendo a liti furiose, scenate imbarazzanti, silenzi assordanti o ipocrite riunioni familiari e il vuoto che sentiamo dentro prende una forma ancora più marcata, si delinea come una mancanza ingombrante che fa eco a tutte le emozioni soffocate.

C’è poi il cibo, abbondante e onnipresente che veste ogni tavola come segno di quella tipica felicità e condivisione natalizia. Ma proprio quel cibo che significa Amore, per noi è VIETATO!!Io non posso mangiare il panettone che tutti assaporano e che sa di vita, io devo restringere, oppure ingoiarlo in fretta e furia per poi vomitarlo o tenermelo stretto nella pancia, per placare un attimo quel grido di sofferenza che subito dopo assumerà una forma ancora più grande, come senso di colpa.

Ricordo il mio primo Natale a MondoSole… Ero arrivata da poco più di un mese e iniziavo a sentire proprio quel dolore straziante che pensavo mi avrebbe ucciso. Ricordo le lacrime che scorrevano a fiumi e il rifiuto di prendere parte a un giorno di festa… Ma quel Natale passò e io continuai il mio percorso con tanta fatica, accogliendo il dolore vero che i sintomi avevano tentato di celare. E poi un altro Natale arrivò e già fu diverso perché ero più consapevole di quello che affrontavo, avendo intorno a me persone che mi capivano, che sentivano le stesse cose, e così il vuoto e la mancanza diventano un ricordo di quello è passato.

Quest’anno sarà il primo Natale che passo lontano da conflitti, circondata da amore e serenità VERA e sono così felice di provare queste sensazioni che vorrei urlare al mondo che SI PUO’!!!Superare il dolore vero è possibile e la VITA, come il Natale, merita di essere vissuta veramente!

Auguro con tutto il cuore un Buon Natale in particolare alle persone che soffrono!

Valentina (MondoSole)

Buon Natale e Felice anno nuovo

Il Natale è uno dei periodi più difficili dell'anno per chi soffre, perchè, come dico sempre c'è nell'aria l'idea di DOVER ESSERE FELICI PER FORZA! e se felici non lo si è?! Allora, la cosa importante è cercare di vivere questo momento in un modo diverso... auguro a tutti la serenità che meritate e la possibilità di trovare la strada che vi porterà a stare bene!!!

ChiaraSole

 

Riflessione ideale anoressico

ana dca ti divora da dentro

Si è portati a pensare che l’anoressia sia solo restrizione assoluta alimentare.
Così come si pensa che una persona ammalata di anoressia sia solo una persona di pochi chilogrammi.
A me sembra decisamente riduttivo!
E’ vero che molte persone arrivano a pesare pochi chili, ma quelle stesse persone quando hanno cominciato a variare la loro alimentazione pesavano diversamente e non erano forse comunque anoressiche?
Il vocabolario descrive l’anoressia mentale come sindrome nevrotica caratterizzata dal rifiuto sistematico del cibo e questa è l’idea comune delle persone, ma assolutamente riduttiva e incompleta del dramma che si vive.
L’anoressia è una forma mentis.
Quando io ero anoressica ho vissuto brevi periodi di digiuno. Ricordo le mie giornate profondamente ossessive. Ogni cosa aveva orari. Il mio ideale di perfezione era assolutamente surreale. A scuola dovevo avere tutti 11: un 9 era un fallimento.
I cibi erano accuratamente selezionati. Gli affetti dovevano essere controllati. Ogni cosa doveva essere sotto il mio controllo e se non lo era vivevo frustrazioni dolorose. Non sentivo la stanchezza grazie all’iperattività e ai nervi anoressici che mi tenevano su in una forma di euforia onnipotente.
Se qualcuno mi diceva che qualcosa non andava io non gli davo retta, io sapevo cosa dovevo fare.
Io ero anoressica in tutto, in tutte le sfere della vita.
Avevo grandi problemi relazionali con le compagne di scuola.CONTINUA >> 


 

 

 

 

 

 

Il dolore non sempre di vede

Il dolore non (sempre) si vede
Per tutta la vita non avevo mai detto a nessuno di essere malata. In verità nemmeno io riconoscevo di esserlo. Mai avevo espresso a parole il grande dolore e disagio che sentivo dentro, che mi distruggeva piano piano. Quando finalmente decisi di curarmi e raccontare alle persone care la mia malattia, tutti furono profondamente sorpresi. Nessuno avrebbe mai immaginato che io stessi così male. Tutti mi dicevano “Ma da fuori non si vedeva niente”. E in effetti io, a parte in un paio di precisi momenti storici, non ho mai avuto grandi oscillazioni di peso che potessero far pensare a disturbi alimentari.

CONTINUA >>

Il dolore non ha peso 

clicca sull'immagine per ingrandirla

anoressia bulimia binge, stesso dolore, stessa gravità
Anoressia, Binge, Bulimia... I disturbi Alimentari, sono patologie troppo spesso etichettate da stereotipi banali. Questi profondi disagi non hanno etichette prestabilite. Sono imprevedibili. Il peso non è un parametro attendibile per riconoscere chi soffre di questo infinito dolore.
Queste malattie non possono essere etichettate: NON HANNO PESO, NON HANNO SESSO (possono colpire sia donne che uomini), NON HANNO ETA' (dai 4 ai 61 anni -dati istat-), NE IDENTITA' DI GENERE.

CONTINUA >>