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Il mio rapporto con gli uomini... dopo gli abusi infantili subiti!

testimonianza e riflessione

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Abusi sessuali drammatici e disturbi alimentari

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DCA Il mio rapporto con gli uomini dopo gli abusi infantili subitiHo deciso di provare a mettere nero su bianco tanto dolore vissuto con la speranza che questo possa servire a tutte le persone che hanno vissuto il mio stesso dramma a non sentirsi "aliene", a non sentirsi "sporche" e a voler trovare la forza per uscire dal tunnel del "è colpa mia, me la sono cercata io".
Se dovessi definire il mio rapporto con gli uomini direi che è sempre stato un disastro: sin da piccola cercavo disperatamente di piacere a mio padre, ero disposta a tutto per essere come lui voleva che io fossi ma tutto ciò che ho fatto non è mai servito a nulla, ai suoi occhi non era mai abbastanza e solo ora ho capito che non lo sarà mai perchè in realtà il problema non è mio, è lui ad avere una concezione sbagliata dell'essere figlia e più in generale dell'essere donna. Per mio padre la donna è un oggetto e come tale deve essere trattata, un oggetto privo di identità e di capacità di intendere e di volere.
Naturalmente questa sua concezione non poteva non ripercuotersi all'interno della famiglia, con la conclusione che la mia mamma era una donna-oggetto che pur volendomi un mondo di bene mi ha trasmesso la convinzione errata che nella vita la donna deve sempre subire la volontà dell'uomo perchè non potrà mai essere alla sua altezza e mio fratello invece ha scelto di fare di me il suo oggetto dei desideri sessuali...dall'età di 7 anni sino ai 15 circa ho subìto i suoi abusi... da adulta credevo che ormai era passato tutto quell'orrore, che era superato, ma in realtà avevo provato a nasconderlo, a dimenticarlo, solo per difendermi...in realtà non avevo rimosso un bel nulla e ne è la prova il mio essermi ammalata di DCA, dall'anoressia alla bulimia..può sembrare strano, assurdo, ma oggi io ringrazio Dio per essermi ammalata e per aver patito quelle pene dell'inferno perchè solo "grazie" a questi che sono i sintomi sono riuscita a risalire alle vere cause...e se ci sono riuscita è solo perchè un giorno ho deciso di abbattere quel muro del silenzio, di "tradire" mio fratello svelando quel segreto che, a detta sua, non avrei MAI dovuto dire a nessuno perchè la colpa sarebbe stata solo la mia. Così un giorno, armandomi di un coraggio infinito svelai tutto a ChiaraSole, tutto d'un fiato e senza mai guardarla negli occhi, con le gambe che mi tremavano e con il cuore che andava a mille per la paura di sentirmi dire quel "è colpa tua" che tanto temevo...quando alzai gli occhi "stranamente" non vidi Chiara arrabbiata ma ricevetti da lei un abbraccio che mi disse più di mille parole e da quel momento cominciai a capire che quello che sino ad allora non poteva essere detto DOVEVA invece essere detto...è solo dicendo il non detto che si può arrivare alla libertà...ed io pian piano quella libertà l'ho raggiunta e continuo a raggiungerla ogni giorno di più.
Sono anni che non ho sintomi alimentari.
Non è stato semplice e non lo è, chi è vittima di abusi infantili, specie se intra familiare, tende ad avere una visione del tutto diversa di quello che è il reale e normale rapporto con gli uomini e se non si decide a voler rivalutare le proprie convinzioni si rischia di restare intrappolate per sempre in quel vortice di sensi di colpa e del dover necessariamente punirsi.
Ne è la prova che 11 anni dopo, quando ormai avevo tutto "dimenticato", all'età di 26 anni quell'orrore si è ripresentato, in veste diversa e ancora più distruttivo forse: stavolta c'era lo zio "buono" che ricopriva di attenzioni la propria nipotina rimasta completamente sola, lo zio che diceva che non avrebbe mai abbandonato la propria principessa, lo zio che per la prima volta la faceva sentire AMATA e non sola, lo zio che per starle vicino in quel momento così brutto della sua vita la ospitò a casa sua per una settimana...lo zio che per l'intera settimana abusò di una donna che ormai era morta dentro e che non aveva altra via di uscita se non che essere "riconoscente" all'unica persona che non l'aveva abbandonata...
Caspita quanto dolore e quanto schifo che continuava a ripetersi anche con gli uomini che si succedevano solo per il "gusto" di punirmi e affermare a me stessa che avevo meritato tutto quello...adesso però ho capito...intanto ho capito che non mi fanno più paura perchè in realtà loro non sono uomini "forti", sono solo dei deboli, estremamente deboli e vigliacchi che non conoscono altro modo per affermare il loro pseudo potere e poi ho finalmente capito che non è mia la colpa di tutto quello che mi è successo, non so nemmeno se esiste un colpevole e non mi interessa nemmeno trovarlo, io sono stata la vittima di un sistema familiare estremamente malato, un sistema al quale ho deciso di dire BASTA...
Grazie a questa mia scelta ho conosciuto un uomo che mi rispetta e che mi dà valore in quanto donna e non in quanto femmina, non so come andrà con quest'uomo, se avrò o meno una relazione con lui, io ho deciso di rispettare i miei tempi e lui continua ad esserci e ne sono felice di questo, ma la cosa che mi rende ancora più felice è la consapevolezza che da oggi in poi gli uomini che staranno al mio fianco saranno Uomini e non “maschi brutali”.

Chiara un abbraccio dal profondo del mio cuore...grazie a te e a tutte voi amiche mie per avermi restituito alla vita!
V.
Cara V. un abbraccio a te e Grazie!!! ChiaraSole

 

 

 

 

Riflessione ideale anoressico

ana dca ti divora da dentro

Si è portati a pensare che l’anoressia sia solo restrizione assoluta alimentare.
Così come si pensa che una persona ammalata di anoressia sia solo una persona di pochi chilogrammi.
A me sembra decisamente riduttivo!
E’ vero che molte persone arrivano a pesare pochi chili, ma quelle stesse persone quando hanno cominciato a variare la loro alimentazione pesavano diversamente e non erano forse comunque anoressiche?
Il vocabolario descrive l’anoressia mentale come sindrome nevrotica caratterizzata dal rifiuto sistematico del cibo e questa è l’idea comune delle persone, ma assolutamente riduttiva e incompleta del dramma che si vive.
L’anoressia è una forma mentis.
Quando io ero anoressica ho vissuto brevi periodi di digiuno. Ricordo le mie giornate profondamente ossessive. Ogni cosa aveva orari. Il mio ideale di perfezione era assolutamente surreale. A scuola dovevo avere tutti 11: un 9 era un fallimento.
I cibi erano accuratamente selezionati. Gli affetti dovevano essere controllati. Ogni cosa doveva essere sotto il mio controllo e se non lo era vivevo frustrazioni dolorose. Non sentivo la stanchezza grazie all’iperattività e ai nervi anoressici che mi tenevano su in una forma di euforia onnipotente.
Se qualcuno mi diceva che qualcosa non andava io non gli davo retta, io sapevo cosa dovevo fare.
Io ero anoressica in tutto, in tutte le sfere della vita.
Avevo grandi problemi relazionali con le compagne di scuola.

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