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i (miei) sintomi alimentari

riflessione e testimonianza

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I(miei) sintomi alimentari

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i sintomi alimentari un messaggio non vebale e inconsapevole 

Oggi mi rendo conto che per tantissimo tempo, più o meno consapevolmente, ho "giocato" con la mia salute, il mio corpo, la mia vita…
Ho giocato come fanno i bambini, perché io in fondo, anche se anagraficamente ero una giovane donna, avrei tanto voluto essere ancora bambina…

Ora, nel pieno del mio percorso di guarigione e di crescita, sto dolorosamente comprendendo e interiorizzando il valore ed il significato profondo del sintomo anoressico al quale ho chiesto paradossalmente aiuto per ben 15 anni…
E’ stato faticoso ammettere e ammetterMI, quanto la restrizione alimentare e il conseguente mio scheletrico corpicino, mi siano serviti in un momento della vita in cui mi sentivo soccombere per sopravvivere in un contesto famigliare iperprotetto, in cui non riuscivo a trovare la mia dimensione.
Non era necessario parlare o esprimere sentimenti, il mio corpo denutrito urlava il mio bisogno estremo di accudimento, di protezione, di considerazione da parte dei miei genitori, che nei primi anni di vita avevo sentito lontani essendo stata affidata alla nonna materna che io detestavo.
Illudendomi di controllare il cibo che (non) ingerivo e il mio corpo, miravo piuttosto ad estendere il mio iper controllo sui miei affetti più cari, i mie genitori e poi mio marito... la mia mente malata era convinta che restare sottopeso e mantenere una condizione di salute precaria mi avrebbe garantito di non perdere il loro amore, la loro presenza…
Tutto questo meccanismo era incastrato in una (pseudo) vita “normale”: nonostante il mio fisico fosse stremato e senza forze ho sempre lavorato ,dall’età di 23 anni vivo fuori casa ,mi sono sposata e uscivo regolarmente con gli amici... “tutto come da copione”…
Io DOVEVO essere moglie (anche se poi a posteriori mi rendo conto di esserlo stata solo sulla carta, considerata la quasi assenza di comunicazione e di rapporti sessuali tra me e mio marito), DOVEVO lavorare, sempre e comunque, DOVEVO essere l’amica confidente di tutti, sarei DOVUTA diventare madre (se il ciclo mestruale non si fosse arrestato, restando assente per 15 anni, praticamente tutta la durata della mia anoressia, credo che in modo assolutamente incosciente, avrei anche messo al mondo un figlio pur di rientrare nel mio programma esistenziale… cosa che fortunatamente, all’epoca non è successa ) e continuavo ben volentieri ad essere figlia, chiedendo sostegno economico ai miei genitori (a posteriori mi hanno aiutata a capire il valore del denaro: è cibo per me che soffro di un disturbo alimentare, era come chiedere nutrimento alla mia famiglia…), confidandomi con mia mamma e considerando mio papà il mio uomo ideale(non dovevamo avere rapporti intimi ,cosa che io evitavo accuratamente anche col mio compagno ,risolveva tutti i piccoli/grandi problemi di casa e risparmiava a me ogni fatica, mi proteggeva ,mi adorava oltremisura e dopo essermi ammalata mi stava anche tanto più vicino, discutevamo spesso, ma tanto poi si faceva la pace e lui c’era sempre…).
DOVEVO, DOVEVO, DOVEVO… nel mio schema mentale non c’era margine decisionale quotidiano, doveva andare così, nella la mia (non) vita… tutto rispondeva ad un ordine prestabilito.. che secondo me avrebbe dovuto garantirmi serenità e felicita ’..e se non era così ,non ero stata abbastanza brava… forse avevo mangiato troppo???
Questo sistema di dinamiche è esistito, mantenendo un suo equilibrio fino alla mia separazione da mio marito (decisa da me dopo un lunghissimo periodo di litigi, incomprensioni e silenzi..), che ha rappresentato la rottura dello schema “perfetto“… un divorzio era una macchia nera nella mia immagine casta e pura!!
Da quel momento in poi il mio istinto di sopravvivenza ha preso il sopravvento... me lo immagino insinuarsi nella fessura che era venuta a crearsi nella mia corazza impenetrabile e irrompere come un fiume in piena.. per trascinarmi via, salvarmi da una vita senza sapore e senza passione.
Oggi, lucidamente riconosco che se non fosse successo qualcosa per cambiare l’ordine delle cose, di lì a poco sarei morta… di fame forse…
Risalgono a quel periodo le mie prime abbuffate e l’insorgere del sintomo binge.
Ricordo le sensazioni di quel periodo: mi sentivo una fallita…
Il crollo definitivo della mia illusione di controllo, il mio corpo non mi apparteneva più si trasformava senza la mia volontà.. la mia fame era diventata incontenibile... non avevo più certezze... i pilastri su cui avevo fondato la mia esistenza non c’erano più… io non c’ero più.. non ero più moglie ,lavoravo a fatica e uscivo di rado con gli amici tutti accoppiati… non mi riconoscevo… chi era questa furia affamata incapace di trattenere il suo impulso a mangiare, a divorare senza riuscire a ragionare e a fermarsi?
Quella bambina piccola, esile, pura e casta era stata travolta dalla violenza dirompente di una Silvia affamata… di cibo e poi di sesso… di tutto quello di cui mi ero privata per anni illudendomi di poterne fare a meno, di essere superiore ai desideri umani.
La veemenza con cui il mio desiderio si è presentato è proporzionale agli anni di astinenza a cui ho sottoposto il mio corpo… e la mia mente!
Ogni tentativo di contenermi è stato vano… fino al mio arrivo a MondoSole... dove finalmente ho trovato le risposte che cercavo... ai miei sintomi, ai miei atteggiamenti e alle mie paure.
Ora sono in cammino, verso il benessere, l’equilibrio e l’accettazione, di quella che sono stata e di quella che sono oggi...
Ripulire e ricreare un rapporto sano con i miei genitori è stato faticoso, così come lo è stato giorno dopo giorno smettere di dipendere da loro, dai loro soldi, dal loro giudizio, dai loro consigli…
Rendersi indipendenti a tutti gli effetti fa ’parte della vita adulta e a me, che per tutta la vita praticamente ho fatto di tutto per rimanere la loro bimba, è costato tanto…

Ma se all’inizio mi sembrava un’impresa impossibile, con il passare del tempo, la sempre maggiore comprensione delle cose e mettendo quotidianamente in pratica ciò che per me era difficilmente anche pensabile… mi sono accorta che... non c’è niente di così traumatico nel crescere !l ’hanno fatto tutti… ed io sono come tutti… se ho fame, mangio e desidero come gli altri, allora riesco anche a diventare adulta come gli altri! Ho forse solo più paura, ma la paura passa se la si affronta! Credo sia più strano un trentenne che continua a fare il bambino di uno che si sperimenta e si mette alla prova…
…è meraviglioso sentirsi orgogliosi per essere riusciti a fare da soli qualcosa che sembrava infattibile!l’autostima sale alle stelle… i miei genitori mi sono vicini anche se le mie condizioni di salute sono buone e non sono in pericolo di vita, mi adorano come e forse più di prima..
..si può lavorare anche senza massacrarsi di fatica, perchè in fondo è vero che si deve lavorare, ma per prendere lo stipendio e vivere dignitosamente, non per dimostrare qualcosa a qualcuno..
Ho un tante di amiche single con le quali trascorro piacevolmente del tempo, ma rispetto anche il mio spazio e non necessariamente ascolto le loro confidenze ne’ mi metto a dare consigli se sento che oltrepassano il margine del mio equilibrio…
Non sono più una pseudo-moglie di facciata e sulla carta, ma sono realmente la compagna di un uomo che amo e che desidero, insieme lavoriamo sulla nostra relazione cercando di parlarci, capirci, e di costruirci un futuro... ”prima di diventare genitore bisogna smettere di essere figli”(cit.) pur non avendo limiti fisici che mi impediscano una gravidanza ,sono consapevole che devo necessariamente risolvere tutte le mie problematiche, sviscerarle a fondo e comprenderle, per garantire a me e alla creatura che vorrò mettere al mondo una quotidianità sana e serena, come è giusto per tutti…
”La vita è quello che ti succede mentre fai altri progetti”..
Grazie MondoSole, Chiara e Matteo… perchè oggi HO UNA VITA e nonostante le difficoltà e gli imprevisti, vado avanti e reagisco... perchè il sole esiste!
Silvia Mo.